Lettori fissi

mercoledì 6 settembre 2017

Un Incontro con skype 2 Parte ( Da un lettore)




Un pompino, con ingoio, gli fa piacere essere, baciata), si senti la voce di mamma, erano pronti, per andare a letto, rapidi, sfogliavamo un libro, stavamo studiando. Ragazzi andate a dormire, e tardi, domani, a scuola.

Mamma domani, non ce lezione, non vado, e lui mi sta aiutando in matematica, una volta, che cosi gentile, ne approfitto.


Buona notte ragazzi, non fate troppo tardi.

Come chiuse la porta, mi sorrise.

Sono brava, vero.

E si che lo sei, perché ai detto che domani non vai a scuola.

 Perché anche tu non vai e staremo insieme, soli sino al,  pomeriggio, contento, dimmi, sei contento, di come o fatto il pompino, per la prima volta, non male vero.

E vero la prossima volta, non devi lasciarlo, devi ingoiare, la sperma, e l’attimo più bello, e lo rovini, se lo lasci, o ti fa schifo la sperma.

E la prima volta, mi piace, quando mi e arrivato il primo schizzo bollente , infondo alla gola,o sentito, una spasimo, nella fica, credo che o avuto lì orgasmo, la prossima volta, non lo lascio, domattina, va bene.

 Certo domattina possiamo metterci nudi, devo leccarti tutta, adesso buona notte amore mio., la baciai andai a dormire, per modo di dire, ero al buio, e pensavo a Lory, stavo scoprendo, un sentimento, strano, per una sorella, mi vedevo al suo fianco, come uomo, fantasia, di un malato, di romanticismo, d’altri tempi, con, i miei pensieri, confusi mi addormentai, fu Lory a svegliarmi, venne in camera solo con le mutandine, si mi sotto le coperte, e mi abbraccio, il cazzo duro, fuori dalle mutande, era come conosceva la strada, si mise, vicino, al monte di venere, cerco di baciarmi, rifiutai, non mi piace, baciare, o essere baciato, appena sveglio, devo prima lavarmi, i denti, e prendere, qualcosa, tutti noi, abbiamo l’alito pesante, noi non ce ne rendiamo conto, come da fastidio a me,io posso darlo, a lei. Lory, devo andare in bagno, e facciamo colazione, abbiamo tempo sino alle quattordici, andiamo, in cucina, facciamo colazione, lei preparo, il caffè latte, io andai in bagno a fare le mie pulizie, quella sfrontata, di mia sorella, era rimasta solo con la mutandina. Lory tu sei una provocazione, ti sembra il modo, come faccio, guarda qui, questo mio cazzo, e già pronto,  a farti il culetto.

 Come il culetto, mica mi vuoi mettere questo grosso cazzo nel culo, non mi farai sedere per un mese.

Tranquilla, facciamo come l’ultimo tango a Parigi.
Cosa e questa storia, del tango, lo ballo, con il cazzo nel culo.

Iniziai a ridere, sai che bella scena, tu davanti a me che balli il tango mentre ti inculo.

 Non ce niente da ridere, spiegami cosa, e sta storia.

E un film, dove, lui gli abbassa, i pantaloni, prende del burro, e glie lo mette, tra le natiche, cosi il cazzo si lubrifica, per bene, entra più facilmente.

 Si ma sai il dolore.

 Non credo, entrerà, lubrificato, forse un po’ appena, ti entra la capocchia, un volta entrata, il resto viene da se, poi dipende da te.
Preferisco che mi svergini, mi rompi la fighetta,tanto una volta, devo farlo, preferisco che sia tu, a sverginarmi, so che sarai gentile.
 Guarda qua, in che stato mi ai messo, avevo il pigiama, lo abbassai, e lui come un pennone al vento usci all’aria,era fiero di se stesso, cosi duro, con la capocchia gonfia di sangue, e di un colore roseo purpureo.

Non e stanco, poverino a bisogno, di coccole, e qua ce la tua Lory, e qui per questo.
Si inginocchio, lo prese, inizio a leccarlo, tutto in torno, mi abbassai i pantaloni, la guidai a leccarmi le palle, capi, sembrava, che era esperta, non credo che erano le prime volte, che succhiava, un cazzo, amore, succhialo, adesso, prendilo, tutto, come lo succhi bene, mi aspiri l’anima, amore, siediti, sopra, te lo prendi nel culo, lentamente, ti piacerà, vedrai, ti sentirai piena, e godi un
                          
 Sacco, non rispose, si alzo, prese, un po’ di burro, lo spalmo sulla capocchia, vidi che ne raccoglieva, un po’ con un dito, se lo mise, tra le natiche, sorridendo, si mise a calcioni, delle mie cosce, dandomi le spalle, presi il cazzo e lo guidai vicino, al Buco del culo, forzo verso il basso, sino a che la capocchia, gli, entro, si fermo, solo per pochi secondi, l’avevo presa per i fianchi, la pressai, lentamente, dal di sotto diedi una spinta, e con un piccolo, grido, lo prese del tutto, restammo fermi, per farla abituare, averlo dentro.

Come mi sento bene, e come avevi detto tu, e bello, mi piace, un modo, mi sento che e mio, mi appartieni, che devo fare.

 Adesso, inizia a salire e scendere, lentamente, il culo, si era lubrificato, a dovere, gli scivolava, molto, bene, io mi godevo l’inculata, cara mettiamoci, con te alla pecorina, cosi ti inculo, come desidero io, accetto, di spostarci, la trattenni, per non fare uscire il cazzo, poggio, le mani sul tavolo, la presi per le cosce, mi fece un certo effetto, vedere, il cazzo nel culo, iniziai a incularla, piano, misi , la mano avanti, mentre gli pompavo il culo, la chiavavo con un dito, era vergine, avevo timore, non volevo sverginarla con il dito, glie lo volevo, piantare, in fica, che era vergine.

Come bello, sto godendo.

Lo senti come sono bagnata, amore fammi una promessa, mi devi inculare tutte le volte, che possiamo.

Certo godi, adesso sto per sborrarti in culo, che piacere, godooo, mio dio che bellooo,  sborro, gli diedi un colpo, a piantarmi, dentro, lei grido, sborrai.

Si tolse, era nervosa.
Stronzo ai rovinato tutto mi ai fatto male, perché.

Scusami, mi sono fatto prendere, o goduto, cosi tanto, non mi sono controllato, scusato?.

Lo sai, che ti voglio bene, vado a darmi una ripulita, o il burro, che mi cola, tra le cosce.

Dopo vado io.

E se riempio la vasca, facciamo il bagno insieme ti va.

Si inizia arrivo, tra poco.

Lei andò di la, fini di bere, il mio caffè latte, chiamai la mia ragazza, per spiegarle, perché non ero andato all’università,, si offri di venire a casa da me, gli risposi che ci saremmo, incontrati, la sera, al solito poso, raggiunsi Lory, nel bagno, era nuda, e pronta, per entrare in vasca, ci strofinava, con il sapone,,si diverti, a insaponarmi il cazzo, le palle, ci gioco, con un po’, si diverti, a mettermi un dito nel culo. Ti piace, vedo che si, il cazzo, a dato uno scatto, dimmi, ma tu ai provato a farti inculare, magari solo per provarci, cosa si prova.

Non o mai provato, e mai lo farò, non interessa, e smettila, può darsi che solleticandomi il culo, mi eccito, cosa vuoi che ti inculo di nuovo.

No per oggi mi basta, o goduto, tantissimo, per oggi, mi basta, adesso, mi vesto devo fare delle telefonate, e poi preparo il pranzo, tu.

Studio anch’io.

Dopo averci asciugati, e rivestiti, ognuno andò nella, propria camera, accesi il portatile, alcuni minuti, arrivo l’avviso che lei era, in linea, pensai, mi aveva scritto ci sei, di non rispondere, poi, volevo conosce cosa, ne pensava, dell’incula, se ne parlava, ci sono come, stai.

Bene che dico benissimo.

Sono curioso, dimmi cosa ti rende cosi, felice.
Mi sono fatta, inculare da mio fratello.

Te e piaciuto.

Certo che si, mi dispiace, gli o mentito, non era la prima volta che lo prendo nel culo, gli o fatto credere che ero vergine, anche di culo, non lo sono da tempo.

 Chi e stato a farti il servizio, il tuo ragazzo.
Ma no, io non o mai voluto, avere, un ragazzo, sono innamorata follemente, di mio fratello.

 Allora chi ti a rotto il culo.

Mi vergogno un po’ a dirtelo.

 Non ci conosciamo dillo, se vuoi, se no fa nulla.

Mi auguro che non mi giudichi una puttana, e stato mio padre, anche se mio fratello ce la molto più grande.

Dai mi prendi per i fondelli.

E vero, te lo giuro, ti dico tutta le verità, io sono d’accordo con i miei genitori, di portarlo, a fare l’amore di gruppo.

Non ti capisco bene, con chi, fare l’amore di gruppo.
Noi siamo in quattro, e nostra intenzione coinvolgere, anche lui.
 E tua madre.
 Con lei facciamo delle grande leccate di fica, metro io faccio il pompino a papa lei, mi lecca, o lui mi incula, io sono con la testa tra le cosce di mia madre, penserai che siamo una famiglia, deplorevole.

 Non penso che siate, fantastici, tua madre, vuole scoparsi, tuo fratello. Si ne parla spesso, lo desidera, tanto e per questo, anche se lo amo, voglio che scopa, mamma, si e capito il grosso cazzo, che a tra le gambe, papa poveretto, fa quello che può, a un affarino piccolo, ti lascio o da fare, ti terrò, informato, su gli eventi, ciao.
Chiusi, ci voleva, qualcuno che mi dava uno schiaffo, era un sogno, dormivo devo svegliarmi, che qualcuno, lo faccia, Guardai il PC.
Mi resi conto che era vero, tutto era scritto li, e se sì e inventata tutto, per apparire spregiudicata, che non era vergine di culo, l’avevo capito, come fare, come, mettermi nel gruppo, il pensiero di scoparmi, mia madre, mi andava un sacco, dovevo provarci, e come, se non era vero, mi sarei preso una sberla, e chi sa che altro, dovevo pensarci su, cercai di studiare, mi impegnai cosi tanto, non mi resi, conto, del tempo, venne Lory, a chiamarmi, i nostri erano rientrati, e il pranzo era pronto, ciao,  come va.

Bene, tu, ai da fare nel pomeriggio.

Non tanto perché.

 Mi serve aiuto, in negozio, mi aiuti.

 Certo, mamma, vengo. I miei avevano due negozi di abbigliamento, uno, lontano dal’altro, cera una gara, tra loro non dichiarata, a che guadagnava di più tutti gli anni, vinceva mamma.
Dobbiamo andare adesso, prima dell’apertura, ti dispiace.

 No andiamo, poco dopo uscimmo, con l’auto di mamma, e una bella donna, e un pezzo di fica, e stata la prima, donna, nella mia immaginazione, quando iniziai,  alle mie prime masturbazione, la spiavo, nel bagno, cercavo le sue mutandine sporche, a cercavo, gli odori, della fica.

Arrivati a negozio, mamma che dobbiamo fare.

Stamattina, sono arrivati, i nuovi arrivi, mi aiuti, a metterli a posto. Io ti aiuto volentieri, ma perché non ai mai voluto assumere un’aiutante.

 Non e facile, troppo problemi, meglio da sola.

 Gli scatoloni erano nel retro, iniziai, li aprivo e gli passavo gli abbiti, nel passargli abbiti, cercavo di toccarla, e una volta, il seno, poi il culo, tutto avveniva come era un gesto casuale,un’ora dopo avevamo finito, nel retro cera un piccolo divano, che mamma usava, per riposarsi un po’, si mise seduta, si massaggio i piedi, colsi la palla, a balzo, che ce mamma ti fanno male, i piedi.

 Si e da stamani che mi sono fermata, solo, pochi minuti, per il pranzo.

M’inginocchiai davanti a lei, gli tolsi le scarpe, te li massaggio io, sono bravo, ricordi.

Si amore, ricordo, tutte le sere, al mio ritorno, a casa ti piaceva, massaggiarmi, i piedi, e intanto sbirciavi tra le cosce, non dirmi che non e vero.

Mi avevi scoperto, non ai detto, nulla.

Che dovevo dire, ti piaceva, ti vedevo, che eri eccitato, e subito, andavi in bagno, penso che ti masturbassi, e vero.

Non posso negarlo, sarei stupido.

 Adesso mi vuoi massaggiare, per poter, sbirciare di nuovo, e questo che vuoi.

Mamma mi metti, imbarazzo, non sono più un ragazzino.

Lo so sei un uomo, e che uomo, sei l’oggetto, di desiderio di molte amiche mie, dai massaggiami pure.

Mi sorrideva, pensai che Lory avesse scritto la verità, iniziai a massaggiarle, i piedi, lei apri le cosce, e vidi il paradiso, guardai lei e sorrideva, la presi per una provocazione, cosi sali lungo le gambe, e sino alle ginocchia,, spingendo il vestito, su.

Che ai, non puoi vedere bene, le vuoi, scoprire.

 Si mi piacerebbe vederti, le cosce, tutte scoperte, non ti arrabbiare, mi piacerebbe, un sacco, toglierti le mutandine, desidero vedere, la tua fica, lo immaginata, cosi tanto, mi accontenti.
Sono, tua madre capisci cosa mi chiedi, ti sembra,
                        
 Normale.
Non lo so se sia normale, mi piacerebbe, vuoi, ti prego.

Le tolgo io, o vuoi farlo tu.

Lo faccio io, misi le mani, sotto, alla gonna, presi l’orlo, del collant, e lo sfilai, continuai, con la mutandina, mi sembro di vedere, un bosco, la sua fica, era piena, di peli neri, iniziai a baciarle, l’interno, delle cosce, salivo sempre più su, lei mi blocco.

Basta cosi ai visto, abbastanza, cosa ai mente, vorresti arrivare, a metterci la bocca sopra.

 Sarebbe stupendo, lasciami fare.

Ti lascerei fare, non posso, sono sudata, e da stamani, che non mi lavo, e io sento che, non emano, un, buon profumo, ti lascerò fare, in un altro,momento, adesso rivestiamoci.

Ero contento, non si era rifiutata, anch’io, avevo sentito il cattivo, odore che arrivava, dalla fica, mi alzai, presi la sua mano, la tirai su, mamma, di leccarti la fica, posso anche attendere, darti un bacio, questo non voglio attendere, più, non mi disse nulla, resto in attesa, poggiala bocca, su quella di lei, ci stringemmo, in un abbraccio forte, mentre, le nostre bocche si fondevano in un bacio, appassionato, gli sollevai il vestito, gli accarezzavo, la coscia, il culo, fu lei a cercare, di aprirmi, i pantaloni e tirarmi, fuori il cazzo, lo accarezzava.

Amore vuoi godere, ai bisogno di sborrare, sei cosi eccitato, vuoi che ti aiuti.

Se vuoi si, non mi attendevo tanto, non ci speravo, si rimise seduta, mi tiro giù i pantaloni, subito prese il cazzo in bocca senza, preliminare, subito inizio, a succhiare, l’avvolgeva con la lingua, la scena, che era davanti a me, mia madre seduta, davanti, con il mio cazzo in bocca, mi faceva, il pompino, fantastico, e dir poco, era cosi arrapante, non e cosa di tutti i giorni, puoi leggere, nei racconti, quando succede, non, credi, ti sembra quasi che sogni, volevo resistere,  per potere, prolungare, quel piacere, non ce la feci più, schizzai sperma, in fondo, alla sua gola, mi pulì il cazzo con la lingua, mi rimise a posto sia, il cazzo che i pantaloni.

 Mamma e stato fantastico, e tu, non vuoi godere.

Avremo tempo ragazzo mio, adesso vai devo aprire il negozio, prendi la mia auto, all’ora di chiusura mi vieni a prendere, mi faro trovare, pulita, e profumata, non solo ti voglio accontentare, desidero averti, voglio che mi fai godere, ciao vai.
 Cosa, stava succedendo, stavo vivendo in un sogno, in un’altra, realtà, possibile mai che, succedeva, che in famiglia, facevano le orge, e io n’ero all’oscuro, ma no, adesso mi sveglio, e resterà un sogno, magari bello, resterà un sogno, mia madre che mi fa un pompino, con ingoio, e mi attende, stasera, per scopare, ce qualcosa che non capisco, adesso mi sveglio.

Alle venti, ero al negozio, come mi vide, e sorrise.
Vai nel retro, finisco con la signora, e chiudiamo.
Mentre mi allontanavo, senti mamma dire e mio figlio, maggiore.
La cliente rispose complimenti e un bel ragazzo, poco dopo mamma mi chiamo, aiutai a chiudere, le vetrine, le luci, andammo, nel retro.

Attendi un attimo.

Andò, nel piccolo, bagno, non ci mise molto, fece ritorno.

Baciami, sono stata, in uno stato di attesa, tutto il pomeriggio.

 Ci baciammo, con avidità, sembravamo due amanti che non si incontravano da tempo, iniziamo a spogliarci, uno aiutava l’altro.

Mettiamo una coperta per terra.

 La prese, e la distese.

Vuoi che ci mettiamo
Nudi, penso che lo desideri, vero.
 Si, su questo possiamo anche rimandare, senti freddo.
Non sentirò freddo, perché sarò tra le tue braccia, e mi riscalderai.
Finimmo di spogliarci, ci stendemmo sul pavimento, ci scambiammo, dei baci, e carezze,, gli accarezzavo i seni, presi un capezzolo, in bocca, leccavo, con due dite stuzzicavo l’altro, lasciai il seno scesi, giù verso la fonte, del piacere, la fica, era di  un colore quasi rossiccio, lei aveva i capelli rossi, una novità per me, e si notava, che si radeva, misi la lingua tra le labbra, della fica, come a volerla penetrare, era già bagnata, mi chiese, di mettermi nella posizione, del sessantanove, mi girai, restando io di sopra, iniziai a leccare, a raccogliere, con la lingua, i succhi, della fica, lei mi spampinava.

Amore, vienimi sopra, scopami, ti desiderò, chiavami, fammi sentire, questo bello, e grosso, cazzo, che mi riempie, la fica.

 Lei lo prese, e lo guido, spinsi, entrai, in quella fica, calda, e bagnata.

Cosi che bello, mi sento piena, chiavami, forte, non essere, delicato, mi piace, sentire, forte, il cazzo, che o in corpo, fammi godere, e tempo, che faccio da sola.

Misi le mani poggiate per terra, mi sollevai, quel tanto, da non pesarla, addosso, la chiavavo, come aveva chiesto lei, ritmo, non tanto, svelto, ma dei colpi, forti, il mio pube, sbatteva, con forza, sul suo monte di venere, sulla fica,si sentiva, un lieve rumore, mise i piedi sul mio culo, si teneva, abbracciata.

 Fottimi, chiavami cosi, o la fica, che cola, non o mai goduto cosi, tanto, sborra, godiamo insieme amore.

 Gridammo, insieme, era un piacere, mai provato prima, non era la solita scopata, venni, e lei con me, ci rilassammo, senza uscire, da lei, me la girai, portandola, di sopra.

Amore, e ancora. duro, che vuoi continuare.

 O atteso cosi tanto, che non mi basta, e tu.
Se lo vuoi, resto cosi, lasciami riprendere fiato, e riprendiamo, ti o fatto, proprio bene, chi sa questo bel cazzo, a quante, lai dato.
Ma no che pensi, che vada in giro, a scopare, con tutte, quelle che mi vengono a tiro.
Adesso, se ai voglia, scopiamo, di nuovo, inizio a sentire, freddo.

Basta cosi, rivestiamoci, ci rifaremo del tempo perduto.

E vero, mi do una ripulita, anche perché, devo preparare la cena.
Mamma e tardi, compra qualcosa, in rosticceria.

Faremo come, dici.

Tornammo a casa, dopo cena.

Chiamai la mia ragazza, mi scusai, ci vedevamo l’indomani, all’università, era in cazzata nera, si calmerà, augurai la buona notte, mi ritirai in camera mia, com’era mia abitudine, accesi, il portatile, non manco molto che, Lory, mi mando, un messaggio, il solito, ci sei.

Ci sono, dimmi ai novità.

Niente, di eccezionale, anche se sono arrabbiata con mio fratello.
 Che ti a fatto, di cosi grave.

Mi a ignorata, oggi lo stronzo, si e dedicato alla mammina.

 Cosa ce di male se, si dedica, a tua madre.

 E che lui, non si rende, conto, di due, fattori, il primo, non capisce, il fascino, che esercita sulle donne, secondo, che quella puttana, di mia madre, a la fica, che gli prude, che se lo vuole scopare ai capito, perché sono incazzata nera.

 Posso capirti almeno credo.

E tu che ai fatto, sei riuscito, a farti tua sorella.
 Non lo so devi capire, che per me non e facile, a volte, sembra che lo vuole, altre volte, si incavola.

Fai come a fatto mio fratello, la stringi, gli fai scendere, la lingua, in gola, si bagnerà le mutandine, non dirà, di no. 





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Una di noi

 Che donna una bambola