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Una Amante Stupenda la Mamma di ( SALVO )





                         Una Amante Stupenda la Mamma



Un po’ di anni fa, mio padre, ci lascio, per un’altra donna, restammo, mamma io e una sorella, piccolina, passava gli alimenti, mamma lavorava, non ci mancava nulla, ne fui contento, che mio padre, andò via, era un violento, per un non nulla, dava, botte, da orbi, con mamma, poi non ne parliamo, solo, alla mia sorellina, non alzava, le mani, forse dovuto, alla sua fragilità, era piccolina,(oggi, una gran fica) la sera prima che mamma lo metteva alla porta, era in procinto di picchiarla, mi intromisi tra loro, lo presi per i baveri della giacca.
Tu non la tocchi più ai capito, stronzo, basta. Come ti permetti stronzetto, adesso ti faccio nero. Provaci, guardo i miei occhi, vidi la paura sul suo volto, intervenne mamma. Dario lascia stare, e tu prendi le tue cose, e vai, via, adesso. Adesso non esagerare, lo sai che ti amo, e il mio carattere, di merda, poi si va a letto e tutto, si dimentica. Non questa volta, prendi le tue cose e vattene, sei fortunato,che non ti denuncio. Questa e anche casa mia. Di tuo, ci sono solo quattro stracci, devo ricordarti, che la casa era dei miei,genitori, tu con quella misera proprietà, chiedesti da fare la separazione dei beni, ti sei fregato da solo, vai via. Uscì di casa, a capo chino, capi che era finita, e questa volta, per davvero. Io quegli anni frequentavo, l’istituto nautico, mamma lavorava, io mi davo da fare, si tirava avanti, poi arrivo il giorno, il diploma, trovare, una società di navigazione, che ti offriva un imbarco, cera un nostro amico,di famiglia e vicino di casa, era nostromo, mamma chiese, se Poteva aiutarmi, mi aiuto, dopo due mesi, preparai le valige, mi recai al porto di Ravenna, la nave non era grandissima, per me sembrava, enorme, alcuni giorni prima, successe, una situazione, un po’ strana, e da quella notte, molte cose cambiarono, nella mia testa, e nel modo di vedere, mia madre, prima, era mia madre, dopo una donna, bella, con qualche chilo, di troppo, distribuita nei posti giusti, era, e una bella gnocca, o una bella fica, una sera, mi distesi sul letto, vicino a lei, guardavamo la tv, era passata la mezzanotte, cercando, un Canale, qualcosa, senza sapere, cosa, si fermo su un canale, davano Un film erotico, abbastanza forte. Ti va di vederlo, o ti turba. No vediamo pure, non sono un bambino, mi spaventa vedere, una donna nuda. Come e nei film, erotici, della commedia all’italiana, molto nudo, la regina, di quel genere Edwige Fenech, vederla , quel gran pezzo di donna, nuda, chi non si eccita, e io non potevo essere da meno, il cazzo si ingrosso, me lo toccavo, da sopra, i pantaloni, mi resi conto, di quello che stavo combinando, al momento, senti mamma ridere, la guardai, e ci restai di merda, lei non guardava lo schermo, ma me, che senza pensare, mi toccavo il cazzo, scusa, mamma, che non o pensato che, non ero solo, mi sento in  imbarazzo. E di che, e una reazione naturale guai se fosse al contrario, per tanto non stare, a preoccuparti, bene tu se vuoi guarda pure io, mi sono stufata, cercherò di dormire. Si giro sul fianco, dandomi le spalle, che cazzo pensai non basta, quella gran gnocca, sullo schermo, ci si mette anche lei, indossava una sottana nera corta, nei movimenti, era salita, su scoprendogli il culo, la mutandina di quelle, che sembra un filo interdentale, come disse, un noto comico alla Tv, si era messo tra le natiche, e il mio cazzo, sembrava, un cavallo selvaggio imbizzarrito, guardavo più lei che il piccolo schermo, era troppo, spensi la Tv, cercai di addormentarmi, mi svegliai che era l’alba, guardai cosa mi era svegliato, cazzo che sorpresa, mamma era vicino a me con la testa quasi sul mio torace, questo era ancora niente, il bello era che aveva il cazzo in mano e lo Stringeva, quasi a voler dire e mio, cosa fare, era piacevole, mi metteva in  imbarazzo,  era anche eccitante, iniziai a muovermi, da sotto, praticamente, era come chiavavo, lei lasciava, che il cazzo scivolava, nella mano chiusa intorno al cazzo, pensai che era un per un po’ che non sarebbe successo nulla, non avevo calcolato che la situazione era eccitante, volevo trattenermi, schizzai, sperma sulla sua mano e sul mio ventre, lei si sveglio, io restai fermo, come se dormivo, non vidi la sua espressione, posso immaginarla, la sorpresa, di avere il cazzo stretto in mano, e sporca, di sperma, senti Che si alzava, e la porta chiudersi, attesi un po’, mi alzai, la sentivo era in cucina, di sicuro preparava il caffè, dopo avere eseguite le pulizie personali, andai da lei,buon di mamma. E ciao, che fai oggi. Non lo so, penso che vado, al mare con gli amici. Ti vedi ancora con quella ragazza Maria se ricordo, bene. Si perché. Cosi e una bella ragazza, e di buona famiglia, che si può volere di più. Io non voglio niente, o già una ragazza, non posso pensare a due, ti sembra. Ai un’altra ragazza, non mi dici niente, chi e  la conosco. Certo che si, gli misi una mano sulla spalla, sei tu la mia ragazza, la più bella di tutte. Adorabile bugiardo, mi fa piacere, ma so bene che non, ti terrò molto con me. Fini cosi, non ci fu un seguito,ebbe inizio il mio lavoro sulle navi,un giorno, partimmo da New Orleans, diretti in Germania,nella città di Amburgo, incappammo, in un ciclone, atlantico, vidi gente, piangere, pregare, un dio, e perdere, la speranza, di arrivare in porto, vivi, non lo so il motivo, non avevo paura, credo che fu l’incoscienza, di un giovane, al nostro arrivo, in porto, ci furono controlli, la società fu costretta, a portare la nave, nei cantieri navali, il nostromo, non mi disse nulla, che aveva chiamato, la moglie, e veniva, a bordo, una brava donna, quello che, non mi andava, di lei, che forzava, che io mi mettevo con la figlia, una racchia, e non solo, brutta, questo, non importa, la sorpresa, fu, durante la manovra d’attracco, vidi tre donne, che salutavano, restai senza fiato, tra quelle donne cera mia madre, il comandante, mi richiamo ai miei doveri,ero contento di vederla, rovinava i miei piani, la sosta di sicuro,era lunga, e nel porto, con la sosta lunga, non cera il servizio di guardia, per gli ufficiali, avevamo fatto proggetti, ora con la sua venuta, rovinava, un po’ tutto, finito la manovra, scesi dal ponte, andai alla scala, i marinai la stavano montando, senti uno di loro, dire chi e quella gran pezzo di fica, con i capelli lunghi,nessuno rispose, come salirono a bordo,mamma mi abbraccio, guardai verso il marinaio, arrossi, notai il suo disaggio, la portai nella mia cabina, Mamma dobbiamo arrangiarci, non ci sono cabine libere, con i lavori di riparazione sono arrivati molti, operai dall’Italia, io dormirò, sul divano, come mai questa improvvisata. Cristina doveva venire a insistito, forse o fatto male. No sono contento, non ti aspettavo tutto qua, dovremo arrangiarci. Fa nulla, quante volte a casa ai dormito nel mio letto, vuol dire che lo faremo anche qua, mi dai un abbraccio come si deve, al mio arrivo o avuto l’impressione che ti vergognavi di me, e cosi. Sei tutta matta se pensi, che io mi vergogno di avere una mamma cosi, fica. Grazie cosi la pensi. Si offesa. E perché, sembra strano detto da te, ma fa piacere, sentirselo dire. L’abbracciai forte la baciai sulle guance, sul collo, e quello emerito stronzo, si era, messo, dritto,presso sulla sua pancia, visto che io sono molto alto,mi sei mancata, tantissimo, continuai a baciarla, nel girare il nostri visi, non lo so se fu voluto, o casuale, le nostre bocche si unirono, tentai, gli passai la punta della lingua tra le labbra, lei mi corrispose, mise le lingua appena un po’, e gioco con la mia, in quell’istante, non pensai più a nulla, gli diedi la lingua, lei l’accolse, e fu un bacio intenso, pieno di sessualità, e amore, gli sollevai il vestito misi la mano sul culo,non disse nulla continuava, a tenersi stretta, io, in paradiso, ruppe l’incanto il telefono di bordo, il primo ufficiale mi voleva in segreteria, mamma mi dispiace, devo andare, a più tardi mettiti comoda. Sei, contento, o sorpreso che o accettato il tuo bacio. Contento, come tu non puoi immaginare, non vedo l’ora, di essere liberi per poter continuare. Vai adesso, prima il
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                                               Capitolo 2





Dovere. Andai dal mio superiore, cerano delle scartoffie, da fare. Dopo un’ora, fini il lavoro e sino al l’indomani mattina, alle otto, andai dal nostromo, lo ringraziai della sorpresa, alle diciotto, si cenava, ritornai in cabina, aveva sistemato, la sua roba, mamma sono libero sino a domattina, tra poco si va a cena, vuoi fare un giro in città, tutto quello che vuoi, non mi, ai detto, quanto tempo ti fermi. Una settimana, se posso, di più non e possibile, voi quanto tempo, vi fermate. Dicono tre mesi, non lo so di sicuro. Mi dispiace, forse, un po’ sei contento, senza la mamma tra i piedi, puoi, andare Fuori, a divertirti. Non dire stupidaggini, sono felice di averti qua, ti o visto parlare fitto con una donna, chi era. La moglie del comandate, una donna bella, e giovane, il comandate come, età, intendo. E giovane, anche lui, adesso mi preparo, per la cena, tu vuoi cambiarti. Si fai fare la doccia, prima a me. Certo magari ti posso lavare la schiena. Che cosa vacci piano ragazzo. Era un’idea, rise, andò in bagno, all’ora stabilita, dalla usanza, sulle navi, ci recammo nella salone, degli ufficiali, arrivo il comandate con la sua signora, ci furono le presentazioni, cenammo, la moglie del comandante, parlava con mamma, di vestiti, e altro, il comandate mi chiamo. Mia moglie vuole fare un giro, in città mi, a chiesto, di invitare, te e tua madre, vuoi venire. Si ne parlo a mamma, non lo so. Credo che siano D’accordo, tra mezzora alla scala ce la fate. Comandate, non dipende da me credo di si, lo dico, a mamma, la porto via, le donne parlavano di uscire. Puntali, aravamo alla scala, mentre attendavamo il capitano, arrivo un taxis, per me era la prima volta non conoscevo la città, il capitano chiese al taxis, di portaci nella zona, San Paolo, e un quartiere, a luce rossa, ce ne di tutti i gusti, ci sono le vetrine, dove, le donne sono in mostra mezze nude, poi ci sono i garage,chiamati cosi, perché e veramente, lo sono, le ragazze, sono appoggiata al muro, tutto in giro, anche loro mezze nude, li tutte, bellissime ragazze, proveniente, da tutta Europa, la mia curiosità, perché  erano poggiate al muro, non si scostavano, poi capi, lungo il muro, cerano dei tubi caldi, loro cercavano di riscaldarsi, non si meravigliavano, che delle donne giravano tra loro, era abituate, sia alle turiste, che delle richieste, d’incontri a tre, il comandante, disse entriamo, a bere qualcosa, il locale era, con le luci, molto basse, una cameriera, con due tette, teutoniche, in bella vista, indossava solo, un gonnellino ridotto, ci guido al tavolo prese le ordinazioni, e noi prendemmo posto intorno al tavolino, le sedie, delle piccole poltroncine, la  cameriera porto, birra, per noi e coca, per le signore, si rivolse, al comandante,parlo tedesco, lui, gli rispose, che non capiva, parlava inglese, la ragazza, gli disse che la regola del locale era che le donne dovevano scoprire, una parte del corpo, se non volevano, dovevano pagare, e lasciare il locale, tradusse alle donne, restammo inattesa, mamma con una sfacciataggine che non credevo ché poteva, avere, mise la mano, nel reggiseno e mise allo scoperto una tetta, restammo di sasso, e tutti insieme, guardammo, la signora Dalia, lei sorrise, siccome aveva una camicetta abbottonata davanti, la sbottono a metà anche lei mise una tetta, allo scoperto, fu lei a chiedere, alla cameriera, va bene cosi, sorridendo, si allontano, guardammo, in giro, era vero tutte le donne, mostravano una parte, del corpo, lo so prese a ridere, anche se eravamo, confusi e imbarazzo, anche perché la donna, al mio Fianco era mia madre, la signora Dalia, capi mi tolse dall’imbarazzo. Non ci pensi, non arrossire, chi sa per quanto tempo a succhiato il latte da quelle tette, non farci caso, si guardi in torno e vede, quante tette, ci sono, in mostra, risposi con un sorriso, il comandante, prese la moglie, la porto al centro della pista, per ballare. Mi fai ballare, che ti prendi ai vergogna di me. Ma no, e che tutto cosi nuovo, sai vederti il seno, in quest’ambiente e differente, lo capisci. Si, che mi vuoi dire che ti eccita, o notato che guardavi quella della signora, ti piace vero?, capisco, a un seno, piccolo ma sodo, il mio e grande, per fortuna, non pende, almeno per ora. Mi piace il tuo e quando torniamo, mi devo dedicare a lui, adesso balliamo, la portai, sulla pista, mise, le mani dietro al mio collo, e io la presi per i fianchi, si strinse quel tanto, da toccarmi con la tetta scoperta sul mio petto, dato che mi ero eccitato, lei lo senti, mosse leggermente, il bacino, fu come farle una carezza, la musica si fermo, tornammo al nostro tavolo, la signora, mi chiese se la facevo ballare, era uno ballo modero, di quelli da discoteca, vederla con quella tetta all’aria, era eccitante, allo stesso modo un po’ ridicolo, finito, quello, misero, un lento, mentre si ballava. O notato che mi fissa le tette, cosi tanto gli piacciono. Signora la prego, mi mette imbarazzo, e credo che suo Marito ci osserva. Che fa non a capito, lo scopo, di questa, uscita. Cosa, devo capire. Gli o chiesto che voglio scopare con te. Lui acconsente, o si vuole fare lo scambio con mia madre. Lui vuole te, altro che tua madre. Mica sono gay, che mi vuole. Ragazzo mio sei ingenuo, o altro, e lui che e bisexual, per, questo, che ti vuole, dipende da lei, se vuole scoparmi, deve accettare, anche di farsi lui. Mi dispiace lei e una bella donna, la porterei nei bagni adesso, la scoperei, volentieri, io non mi metto, con suo marito, e non che io mi faccia scrupolo, di inculare lui, ma deve capire che, finirebbe, la stima, il rapporto, tutto e io voglio restare, sulla nave, non parliamo più, io dimenticherò, tutto. Pensaci, lui e serio, se vuoi, quando parte sua madre, una notte staremo insieme noi tre, e l’indomani, ognuno Nel proprio ruolo, deve essere lei, a non confondere, tra sesso, e dovere, lo faccia per me, ci pensi. Ci penserò non prometto nulla. Tornammo a tavolo, parlavano, tra di loro, lui mi sorrise, non mi piaceva quella storia, il pensiero di farmi fare, un pompino, o di incularlo, e se poi lui vorrebbe, inculare, me, non questi sono pazzi, non se ne parla, l’atmosfera, di allegria si interruppe, difatti il capitano, disse, torniamo a bordo e tardi, e domattina si lavora, fuori al locale mentre, cercavamo un auto, lui mi prese un po’ da parte, non dica nulla di questa serata, sa come a bordo, le donne con le tette all’aria, e stia tranquillo, io o molta stima di lei, come gli a detto mia moglie, ci pensi, può essere, una esperienza piacevole. Ci penserò, si ricordi, io sono, solo attivo, non altro se mai accetterò. Lo so, e io non cerco il passivo. L’auto arrivo, tornammo a bordo, in cabina, mamma mi chiese. Ti vedo turbato e successo qualcosa. Ma no, a essere sincero, non capisco perché ci a portato il quel locale, non mi piaceva. Perché non farne, una tragedia e stato divertente. Io non ci visto nulla, sembrava, uno bordello, di altri tempi. E io una puttana. Non metterla cosi, ti sei adattata, al locale, me la prendo con lui, sicuro conosceva il locale. E finita, calmati, andiamo a letto, Lle tette della signora ti piacevano o visto, che te la stringevi, e non, Mi dire che mi sbaglio. Mamma per favore, io impazzivo, e vedere, le tue, e morivo dalla gelosia, vedere gli uomini, che ti guardavano, con cupidigia, ti mangiavano con gli occhi.  Sono ancora, appetibile, e tu non puoi essere geloso, potrei rifarmi una vita, non credi. La guardai con odio, non capivo, che lei scherzava, la gelosia mi, prendeva alla testa, mi rendeva nervoso, lei se ne rese conto. Amore scherzo, o te tua sorella che mi frega di cercare qualcuno, calmati, cosi geloso, sei, ti farò ricordare, questa scena di gelosia, il giorno che mi porterai, una ragazza, in casa, e a proposito di ragazza, lo sai che Cristina, vuole darti la figlia, ai fatto un pensiero. Mamma, per favore, dimmi come, potrei andare a letto con quella li. Eravamo pronti per metterci a letto, come spensi la luce, la cercai, iniziai
                       

  Una Amante Stupenda la Mamma
                                               Capitolo 3



Accarezzarla da per tutto, la baciai, misi la mano tra le cosce, mi aspettavo un rifiuto, lei apri di più le cosce per farsi, toccare, era una vita che sognavo quel momento, il desiderio più grande era, mettermi con la testa tra quelle cosce, mi alzai, e la feci mettere, con le gambe fuori da letto, mi inginocchiai, lei mi prese la, testa, mi guido sulla fica, iniziai a leccarle, il clitoride, misi un dito in figa, leccavo, e la chiavavo con il dito, dopo un bel po’, lei. Caro mettiamo una coperta sul pavimento, in modo che posso succhiarti il cazzo. Il letto era piccolo, per fare certe contorsioni, stesi la coperta, mi distesi, lei prese, posizione su di me, mettendomi la fica, sul viso, mi prese il cazzo, lo leccava, tutto intorno, io avevo ripreso a leccare, in quella posizione, avevo anche il buco del culo a portata di lingua, glie la passai solo leggermente. Amore e stupendo, continua, a leccarmi il culo, mi piace da morire, cosi che bello, mettimi due dite in fica, continua con il culo, mi sento svenire, e sto godendo da matta. Riprese a leccare, a succhiare il cazzo, la scostai, mi distesi su di lei, la baciai, ti voglio, desidero chiavarti vuoi. Si amore chiavami, e tanto che lo desidero, aspettavo che tu facevi il primo passo, sono venuta con questo pensiero, scopami, annullami. Prese il cazzo lo Guido, mi invoglio a spingere, entrai dentro alla sua fica, calda, e Bagnata, che sensazione stupenda, era, tanto che aspettavo questo Momento, adesso, desideravo, godermelo in pieno, lei mise i piedi, sulle mie gambe, mi teneva stretto. Caro resta cosi, solo, un po’, ben, piantato, dentro, mi muovo io, tenendomi fermo si muoveva, con il bacino, si chiavava da sola, era che non voleva perdere il contatto, con il cazzo, che piantato tutto dentro, dopo un po’., volevo chiavare, e non essere, una marionetta, iniziai a chiavare, poggiai le mani, sul letto mi sollevai, quel tanto, da toglierle, il peso, di dosso, chiavavo, forte. Che piacere intenso, non o mai goduto cosi, tanto, chiavami, che bello, o la fica, fracida, di godimento, amore, godoo, amore mio. Aumentai il ritmo, esplosi, venni, e fu tanta la sborra, che butto, fuori, mi poggiai su di lei, ci scambiammo un bacio, quella notte, scopammo, ancora. E da quella notte, per alcuni anni, continuammo a scopare,a ogni, mio sbarco, la permanenza, dipendeva, di solito restavo a casa, due masi. L’incontro, con il comandate, non ci andai mai, la moglie mi piaceva un sacco, non mi andava, il triangolo, come canta, Zero, penso che erano passati, due anni da quel giorno, di Amburgo, una mattina mi recai, nella sede della società, per dei documenti, stavo uscendo quando, senti una voce femminile, chiamarmi, era la signora, la moglie del capitano. Lei e Dario vero. Si signora, come sta e il comandante. E imbracato, o portato un pacchetto, per lui, e lei che. Sono inattesa, di partire. Dove va adesso. Torno a casa, devo prendere il treno. E venuto in treno, la invito a pranzo da me accetta la prego non mi faccia, torto. Accetto volentieri, come si può dare un rifiuto, a una donna, bella, come lo e lei. Galante, grazie, venga, o l’auto, al parcheggio. Nel salire in auto, il vestito leggero, Sali leggermente, su scoprendole le cosce, era stupenda, il pensiero volo, a quella sera, al suo seno scoperto, e il cazzo, mi avviso, o capito sono qua, pronto, a casa, mi offri una bibita. Si metta comodo prese, un bicchiere, si verso, del cognac. Dario sono curiosa, come mai non volle accettare, di venire, Quando sua madre, se ne andò, non gli piacevo, o cosa. Signora le prego, lei e bellissima, mi ripeto, io non o mai avuto rapporti, che mi Avevate, proposto, non fa per me. Non poteva fare eccezione, per me. Mi dispiace, o pensato molto, alla sua proposta, il pensiero che, mi dovevo inculare lui, forse, in un contesto, diverso, avrei accettato, li, no lui, il comandate, non mi andò. La capisco, adesso siamo soli mi vuoi scopare. E per questo che o accettato il suo invito, ci baciammo, di, la sul letto, una sola volta, non lo più voluto incontrare,  nel mio lavoro, ci vuole poco, e ti incontri, sulla stessa nave, di nuovo, e forse sono, un bigotto, non mi andava, se lo incontravo, mi scopo tua moglie, mamma dopo, un po’ si risposo, con un suo collega, io presi, la mia strafa, nella vita, sul mare.    

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